Comunicazione

Comunicazione

Terzo seminario di scrittura creativa, organizzato dal Centro di Lettura Globeglotter, condotto da Laura Tullio e aperto agli appassionati di scrittura, a chi già scrive, a chi nutre il desiderio di incominciare a farlo.

Non raccontarmi storieCos’è un racconto? Qual è la sua struttura? Come si comincia? Come si svolge? Come si conclude? Come faccio a scrivere un buon incipit? E per concludere in maniera efficace? Come faccio a dare vita ai miei personaggi?
Per rispondere a queste domande, studieremo la trama di un racconto, ricostruendola mediante l’analisi di quattro nodi narrativi principali: incipit, svolgimento, conflitto e finale.
Per ognuno di questi punti, guarderemo insieme degli esempi, svolgeremo degli esercizi, ci confronteremo su quanto realizzato e infine proveremo a lavorare sulla vostra storia personale in modo da comporla, volta per volta, come un puzzle.

Sono cottaCorso di espressività teatrale psicoteatrale per donne dai 40 anni

Sono cotta, condotto dallo psicoarteterapeuta Raffaele Floro e daII’attrice teatrale Rosa Tarantino, nasce per dar voce e spazio alla cosidetta seconda eta adulta” quella che va dai 40 ai 60 anni e caratterizzata spesso dalla "crisi di mezz’età”.

Miò scrittoIl seminario di scrittura creativa sulle biografie si è concluso lo scorso 9 maggio.

Gli incontri si sono susseguiti in un continuo s-cambio di conduttori e relative emozioni.
Abbiamo iniziato "dalla fine" cimentandoci subito nella creazione del nostro epitaffio, su ispirazione di un pezzo della poetessa Szymborska. Subito dopo, abbiamo tirato fuori dal nostro armadio immaginario l’indumento che ci rappresenta di più. All’incontro successivo abbiamo descritto in soli 10 minuti il momento che tutti assieme stavamo vivendo: siamo esperti della prova scritta di momentismo, ormai.

Dino AmenduniIo twitto, io posto, io taggo: la mia vita in un profilo

Ha senso immaginare la propria vita, e dunque la propria identità, come un elemento dinamico che presenta due componenti indipendenti e separate, due dimensioni antropologicamente differenti, quella 'online' e quella 'offline'? I dati, oltre al buon senso, sembrano smentire un costrutto teorico ancora molto duro a morire. Un italiano su tre è iscritto a Facebook, Twitter cresce sempre più rapidamente, ognuno di noi dedica tempo ed energie a condividere, commentare, postare, nascondere, nascondersi, esaltare, dissimulare, ignorare o far finta di farlo.

Raffaele Di BiaseIo ascolto: le colonne sonore di una vita

 

Biografia

Raffaele di Biase, 36 anni, avvocato dal 2005, amante della "sua" musica, musicista per necessità fisica. La passione per la letteratura e le brevi esperienze teatrali non l'hanno mai distolto da quella che da sempre considera la sua missione primaria: l'eliminazione della disco music dal panorama dei suoni sensibili, la distruzione della sua memoria dalle disprezzabili connessioni sinaptiche che le hanno dato odioso albergo, la tumulazione a mezzo ruspe giganti di tutte le cover bands che si ostinano a prolungarne la viscida tendenza a procurare aritmici e scimmieschi battimani di individui ostinatamente sorridenti.

 

 

 

 

Francesco Tammacco e Rosa tarantinoIo interpreto: le vite degli altri

Essere e tempo o essere è tempo? Essere o non essere? Non essere è essere? Mille modi per leggere quel che siamo o essere quel che leggiamo. E tu ci sarai o ci sei già?

 

tullioIo guardo: le tre immagini della mia vita

Cosa differenzia un diario personale da una biografia o da un’autobiografia? Cosa succede nella scrittura autobiografica che non accade invece nell’altra? E, soprattutto, cosa c’entra la fotografia – e l’arte visuale in genere – con la scrittura? Si possono vedere – e mostrare – immagini attraverso le parole e viceversa?

Durante il nostro incontro risponderemo insieme, se vorrete, a queste domande e molte altre ce ne porremo, ché le domande, si sa, sono – assai – più importanti delle risposte.

R. FloroIo coloro: i colori della mia vita

E' stato scritto che nella società moderna l'uomo è sempre più alienato da se stesso, fino al punto da percepire anche il suo corpo come un oggetto estraneo a se stesso di cui prende coscienza solo quando non funziona, cioè quando si ammala, cioè quando perde il colore. Ma il corpo è vita, il corpo è colore e questo dobbiamo ricordarlo soprattutto quando è sano. I colori rappresentano il filo che tiene uniti i differenti momenti significativi della nostra vita. Non riconoscere i colori della vita è come non sentire il sapore dei cibi, è come non vedere il senso della nostra esistenza. Scoprendo i colori che ci animano cercheremo di collegarci maggiormente al sentire che è nel nostro corpo e che spesso trascuriamo fino a diventare sordi al suo richiamo.

Raffaele FloroIo mangio: i cibi della mia vita

Se la vita non è solo materia, anche il cibo non è solo materia. Ed allora, se andiamo oltre, scopriamo che il cibo è vita, quella che viviamo, che sentiamo, che respiriamo e che si esprime con sensazioni, stati d'animo, emozioni, sentimenti. Con il cibo, quindi, non introduciamo solo materia, ma anche quei movimenti dell'animo che ci fanno vivere con passione ed entusiasmo. Con questo nuovo atteggiamento possiamo scoprire le ragioni della predilezione per alcuni cibi che evidentemente ci rappresentano senza saperlo. E' quello che faremo andando alla ricerca del cibo che mi rappresenta, del "cibo che io sono".

Tony Di CorciaIo domando: una vita in un’intervista

A un’intervista ci si dovrebbe preparare come a un incontro d’amore.
Con le stesse attese, lo stesso desiderio, la stessa attenzione sincera per l’altro. In fondo, intervistare un personaggio famoso (o un comune mortale) è un atto di seduzione, nel senso più etimologico del termine: il vero risultato, infatti, è quello di condurre qualcuno a sé perché ci doni qualcosa. Un’affermazione colorita, una frase che faccia discutere, una rivelazione, una confidenza, un segreto, un ricordo. O una semplice risposta: in alcuni casi non è scontato riceverne.

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