In una delle tante iniziative proposte dal Centro di Lettura Globeglotter, è accaduto di incrociare storie che meritano di essere raccontate ad un pubblico più vasto.
La constatazione che le case di ognuno di noi possono essere uno scrigno di racconti suggerì l’idea di organizzare delle “cene povere ma belle” nelle abitazioni di lettori disponibili non solo a narrare “fatti e fatterelli” di famiglia, a ricordare personaggi e eventi del quartiere dimenticati ma anche a preparare gli antichi ragù di “polpette di pane e uova”, a cucinare le verdure di campagna e a posarle su “un letto di cicerchie”, a rifare il rosòlio fatto in casa e il pane “trombato” a mano.
In breve, i padroni di casa accettarono di dare una spolverata al passato in maniera conviviale, mangiando, bevendo e ovviamente narrando le loro storie di famiglia.
E così che siamo capitati “A casa di Michele”, un autentico personaggio che potrebbe suggerire ai docenti di Lettere una serie di efficaci strategie didattiche per insegnare la Storia.
Inaspettatamente questa abitazione, con tutti i suoi racconti incorporati, ha prodotto degli effetti collaterali che durano ancora nel tempo.
Il dott. Michele Di Biase è un appassionato di eventi storici e, per farli meglio conoscere ai passanti, pensò bene di affiggere ad un muro esterno una targa per ricordare Annibale che, a suo dire, aveva soggiornato con Iride sul sito dove era stata costruita la sua casa. Crocicchi di gente discusse per mesi, tra il serio e il faceto, di Annibale e di Iride, la bella Salapina. Alcuni addirittura lo ritennero possibile perchè in quella zona non c’erano anticamente acquitrini e quindi si poteva benissimo piantare una tenda come alcova!
La notizia fece il giro della Puglia e, di bocca in bocca, approdò in una pubblicazione presentata a maggio 2018 nell’ambito del Salone internazionale del Libro di Torino.
Il testo della targa è un rigoroso falso storico che, purtroppo, nessuno è mai riuscito a contestare per mancanza assoluta di prove certe.
“Blasi aetate et pugnae Cannensis CCXVI a.C. hic beate quiescerunt Iris et Hannibal. Pro certo habemus eorum vivit immortalis memoria (vana spes et iocose). a.D. MMXVI.”
(Traduzione libera: All’epoca di Blasio e della battaglia di Canne del 216 a.C., qui vissero beatamente appagati Iris, la salapina e Annibale Barca il condottiero. Si dice. Certo è, però, che di loro vive immortale la memoria).
Nel volume “Repertorio dei matti della città di Lucera e della Capitanata”, a cura di Paolo Nori, Marcos y Marcos 2017, a pagina 84 si trova questo brano:
C’È UNO A TRINITAPOLI
C’è uno a Trinitapoli che un giorno ha attaccato sul portone di casa
una lastra di pietra con su scritto: “Qui si accampò Annibale con il suo esercito.
Sotto la tenda, tra una battaglia e l’altra, ha trascorso molte ore
insieme a Iride, detta la bella salapina”.
A chi gli aveva chiesto come facesse a sapere che
si era accampato proprio lì, lui aveva risposto:
“E tu come fai a sapere che non si è accampato proprio qui?”
L’autore della targa non ha chiuso ancora la sua carriera di “falsario storico” ma, visto l’interesse che gli eventi antichi dimenticati suscitano, ha riproposto una nuova targa su un altro immobile che ha lo scopo di ricordare ai passanti distratti che Federico II, lo stupor mundi, ha fatto una corsa a cavallo dal Castel del Monte a Trinitapoli.
Sarà vero? Certo, sino a prova contraria.
ANTONIETTA D’INTRONO
Via: Corriereofanto