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La serata caldissima non ha scoraggiato il pubblico numeroso che, nella biblioteca “Mons. V. Morra”, ha partecipato il 28 luglio scorso alla presentazione de “L’altra faccia della Luna - Prendersi cura del proprio benessere” del professor Vincenzo Centonze,

un libro che raccoglie gran parte degli articoli divulgativi pubblicati negli ultimi 10 anni nell’omonima rubrica del periodico “Il Peperoncino Rosso”.

 

Chi ha avuto la fortuna di conoscere il trinitapolese Vincenzo Centonze, come medico e come amico, sa bene che non è sufficiente appellarlo soltanto con il titolo di “Dottore” o di “Gastroenterologo”.

 

Nel corso della sua lunga carriera ha arricchito il curriculum di specializzazioni, di lezioni di Psicosomatica tenuti all’Università degli Studi di Bari, di oltre 400 pubblicazioni scientifiche ma, soprattutto, il paziente si è trovato di fronte un professionista sui generis che lo ha guardato negli occhi, ha ascoltato il racconto delle sue sofferenze fisiche e psichiche e ha cercato di lenire in primis paure e disorientamento.

 

Allievo del prof. Ottavio Albano, sotto la sua guida ha svolto attività assistenziale, didattica e di ricerca presso l’Istituto di Clinica Medica 1, in qualità di Responsabile dell’Unità di Studio, Diagnosi e Terapia delle cefalee e della Unità di Medicina Psicosomatica.

 

Per la sua attività di didattica e di ricerca ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra i quali il prestigioso Premio “Claudio Malaguzzi Valeri”.

 

È stato direttore della Struttura Complessa di Medicina Interna “Ferrannini” del Policlinico di Bari ed anche presidente del Consiglio Direttivo della Società Italiana di Medicina Interna, sezione Appulo-Lucana. È membro associato del Network Scientifico Internazionale “Research Gate”.

 

 

L’esperienza maturata in tanti anni di lavoro ha insegnato al dott. Centonze che quando una persona vive nell’angoscia di avere una malattia grave che sconvolge la sua vita, l’attenzione, il tempo e la disponibilità di ascolto offerta da un medico possono talvolta rendere meno traumatica la guarigione.

 

Durante l’incontro l’avvocato e scrittore Raffaele Di Biase, che ha curato la prefazione del volume, ha rivolto una serie di domande che hanno consentito all’autore di rendere più chiara, attraverso le risposte, l’idea di medicina che può contribuire al benessere psicofisico di ogni cittadino.

 

Il dibattito che è seguito, coordinato dal giornalista Gaetano Samele, ha dato la possibilità alla signora Maria Giovanna Regano di condividere con il pubblico il racconto personale di anni di sofferenze alleviate da una terapia che, al di là dell’intervento chirurgico, ha avuto i suoi punti di forza nelle parole di conforto e nei libri che un medico, come Vincenzo Centonze, aveva inserito nei suoi protocolli di cura, anticipando già molti anni fa la “biblioterapia”, un argomento che oggi inizia a destare l’interesse di librerie e di psicoterapeuti.

 

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ANTONIETTA D’INTRONO (Foto: Giuseppe Beltotto)

 

Via: Corriereofanto

 

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