La giornalista Giuliana Sgrena presenta agli studenti del Liceo "Staffa"
Il Prezzo del Velo
Leggeranno alcune pagine del libro
le allieve del Corso di Teatro del Centro di Lettura Globeglotter
MERCOLEDì 27 FEBBRAIO 2008 ORE 11.00
Auditorium dell'Assunta Via Marconi Trinitapoli
INCONTRO CON L'AUTORE
Giuliana Sgrena a Trinitapoli il 27 Febbraio Una donna che dà voce alle donne
"Per me il velo è il simbolo dell'oppressione delle donne nel mondo musulmano".
Non usa mezzi termini Giuliana Sgrena per illustrare il tema al centro del suo nuovo libro Il prezzo del velo - La guerra dell'Islam contro le donne, edito da Feltrinelli, che sarà presentato dall'autrice a Trinitapoli il 27 febbraio, alle ore 11, presso l'Auditorium dell'Assunta, aperto in particolare alle V classi del Liceo "Staffa".
"Il libro nasce dalla mia necessità di usare le riflessioni e i materiali raccolti in questi anni di viaggi nei Paesi arabi e musulmani" spiega la Sgrena sottolineando di avere nel suo lavoro "Sempre avuto un'attenzione particolare per la condizione delle donne" e, prosegue la giornalista "Nel mio libro parlo anche del matrimonio, della sessualità, dell'origine del velo".
Un'inchiesta a tutto campo quella della scrittrice che ha effettuato un'approfondita ricerca riguardo ai punti in comune ed alle differenze esistenti circa l'utilizzo del velo nelle diverse realtà, intervistando donne che ricoprono posizioni importanti nella società marocchina e algerina ed esplorando paesi come la Tunisia, la Serbia, l'Iraq, l'Arabia Saudita, la Francia, l'Iran e la Bosnia-Erzegovina.
Perchè l'utilizzo del velo non riguarda esclusivamente il mondo arabo ma tocca anche il cuore dell'Europa: se infatti nella cosmopolita Sarajevo sempre più donne scelgono di portare il velo, esso compare con sempre maggiore visibilità anche nelle grandi metropoli occidentali.
La Sgrena si interroga sulle questioni che si celano dietro tale scelta che, in apparenza, potrebbe sembrare personale ma che in realtà rappresenta l'oppressione della donna nel mondo islamico: "E' in atto una vera e propria guerra contro le donne, contro il loro corpo, visto come terreno di battaglia su cui affermare principi e consuetudini che in molti casi risalgono addirittura a ben prima della tradizione islamica, ma che si incrociano perfettamente con un nuovo ritorno all'ordine maschile e reazionario.
Più dei carri armati americani, sono le donne, e le loro organizzazioni, come dimostra l'sperienza algerina, a poter fermare l'mponente ondata illiberale che sta per prendere il sopravvento nei paesi islamici. Si gioca qui la vera sfida democratica dell'altra sponda del Mediterraneo".
Giuliana Sgrena cerca sempre di indagare la realtà che sta dietro lo scontro armato, la vita quotidiana delle principali vittime delle guerre moderne: donne e bambini.
Non è la prima volta che Giuliana Sgrena fa tappa a Trinitapoli. Già in occasione della mostra Proibito Percorsi e linguaggi alla diavola (13-17 dicembre 2007), organizzata dal Centro di Lettura GlobeGlotter, la scrittrice ha presentato il suo libro Fuoco amico, parlando dell'sperienza del sequestro, della guerra in Iraq e della condizione in cui vivono le donne in quel paese. Ed è proprio alle donne che la Sgrena dedica un capitolo di Fuoco amico in cui ricorda i giorni del sequestro: "pensavo a tutte le donne incontrate durante i miei viaggi: alle algerine che per non assoggettarsi ai diktat islamisti hanno rischiato la vita, alle afghane che hanno tanto introiettato, negli anni dei taleban ma anche dei mujaheddin, la convinzione che la loro sicurezza è garantita dal burqa, da non riuscire a liberarsene. Pensavo soprattutto alle molte donne irachene incontrate durante i miei numerosi viaggi in Iraq: a Fawzia, che è stata perseguitata tutta la vita perchè comunista, ma non ha mai lasciato l'Iraq dove ha passato, come il marito, molto tempo in prigione. A Khalifa Zakya, attrice di teatro risparmiata da Saddam forse solo per la sua popolarità anche se incarcerata, che ora si dedica al lavoro umanitario a favore delle donne e degli orfani. A Um Nidal, militante della prima ora della storica Lega delle donne irachene. La prima organizzazione femminile, che risale agli anni cinquanta, ai tempi della monarchia".
Non resta che essere presenti all'incontro del 27 febbraio per ascoltare una testimonianza e riflettere sulla condizione delle donne che, nel 2008, continuano a pagare il prezzo del velo.
Chi è Giuliana Sgrena
Giuliana Sgrena è inviata de “il manifesto”, non solo in Iraq, ma in Somalia, Palestina, Afghanistan e Algeria.