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Il nuovo libro del Reading Club

Nessuno al mondoIl copione si ripete ogni volta identico.

Negli ultimi anni, ogni volta, che i civili governi dell'occidente decidono di porre termine alla carriera del dittatore di turno, si scatena la caccia all'uomo, prima osannato e poi condannato, che trascina nel baratro il paese di cui,  fino a qualche momento, il reietto era stato il sovrano assoluto.

 

 

 

Negli ultimi vent'anni abbiamo assistito a guerre civili, coltivate e fertilizzate, dai governi stranieri che partecipano con i loro contingenti di “pace” ad operazioni umanitarie, che non riescono a frenare l'esplosione di violenze a lungo sedate con regimi di terrore.

È come se una lunga malattia fosse stata a lungo covata, e nessun antibiotico riuscisse a debellarne l'irruenza.

Da qualche settimana la Libia non occupa più le prime pagine dei giornali, sul Corriere della Sera, del 16 ottobre scorso a pagina 19, Lorenzo Cremonesi scrive della “caccia ai neri” scatenatasi sulla scia di quella dal colonnello:

“La novità verificata sul campo è però che la pulizia etnica continua. Nonostante le rassicurazioni contro ogni politica razzista e in difesa delle minoranze nere in Libia fornite a più riprese alla comunità internazionale dai dirigenti della rivoluzione, a Tawargha si sta portando a termine del tutto indisturbati ciò che era iniziato ad agosto.”.

Pulizia etnica che vede ancora una volta i bambini e le donne condannati a subire violenze che difficilmente troveranno il coraggio di essere mostrate e raccontate.

Di fronte ad una Storia che non riusciamo a capire non possiamo fare altro che cercare di conoscere, di intendere cosa c'è dietro il sorriso dei dittatori.

Scopriremo solo così un popolo che vuole raccontarsi, perché è l'unico modo che gli resta per esistere e resistere a tutte le violenze.

Hisham Matar è un uomo di 40 anni, uno scrittore di origine libica che a scelto di raccontarsi per mostrare la sua terra, per non lasciare che la polvere delle statue abbattute dai rivoluzionari copra tutto senza lasciare traccia delle violenze quotidiane.

“Nessuno al mondo” è il suo primo romanzo che ha come protagonista Suleiman, un ragazzino di nove anni, che tenta di capire la realtà,

attraverso i suoi occhi il lettore vedrà il regime della grande Rivoluzione di Settembre, occhi di bambino che raccontano poeticamente

l'insensatezza del mondo adulto.

Agata Diakoviez

 

 

"Come i suoi due figli, Um Massud era grassa. Le sue natiche sembravano  due enormi cocomeri. Anche se ovviamente non ci avevo mai provato, ero sicuro che avrei potuto appoggiarci sopra un bicchiere d'acqua in equilibrio. Tenendo il figlio piccolo Alì con una mano e agitando l'altra accanto all'orecchio disse:

-   Le sento ancora muggire e mi sa che le sentirò ancora per un pezzo.

Alì aveva solo sei anni e accanto alla madre gigantesca sembrava un nano. Gli feci la linguaccia e lui aggrottò la fronte e guardò dall'altra parte.

-   Si è svegliato diverse volte urlando. E non voglio nemmeno parlare della puzza che hanno lasciato per strada.

-  L'ha appena fatto, - mormorò mama.

-  Come, scusi? - disse Um Massud, e le sue sopracciglia formarono una profonda V di sospetto.

-  Niente, - disse mama.

Um Massud se ne andò tirando Alì per la mano, e ripetendo:

-   Mucche? Mucche nella nostra strada?

-                 La prossima volta importiamo dei serpenti, - disse mama sottovoce. - Serpenti silenziosi e inodori.

-                 Che dirà la gente? - continuò Um Massud. - Portarsi le mucche in casa? Non è mica normale.

Ero felice che non avesse sentito quello che mama aveva detto dei serpenti.

Ustadh Jafer, il marito di Um Massud, era un'antenna, un uomo del Mokhabarat, "capace di mandare la gente all'altro mondo”, come avevo

sentito dire tante volte.."

 

Tratto da Nessuno al mondo di Hisham Matar, Einaudi tascabili.

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