Ogni anno, da quando Trinitapoli ha ottenuto nel 2017 il titolo di “Città che legge” dal Centro per il Libro e la Lettura (CEPELL), istituto autonomo del MiBACT, vengono convocati in biblioteca tutti i componenti del Patto per la lettura, che si impegnano a definire, attuare, promuovere in modo organico, trasversale e strutturato azioni e progetti di promozione del libro. Questo riconoscimento è stato conferito per ben 4 volte, sino a novembre 2022.
Si è ora di nuovo riaperta la fase della candidatura, con scadenza 20 dicembre, che l’amministrazione comunale può presentare in sinergia con le scuole di ogni ordine e grado, le associazioni locali, le istituzioni culturali e la cooperativa Lilith, che gestisce la biblioteca, cioè con tutti coloro che aderiscono al Patto per la lettura.
Ma, oltre il prestigio, quali vantaggi concreti prevede l’inserimento di Trinitapoli nella lista italiana delle città con la qualifica di “Città che legge”? La qualifica è, in breve, condizione necessaria a partecipare ai bandi di finanziamento di “Città che legge” pubblicati annualmente dal Centro per il Libro e la Lettura.
Possono richiedere questa qualifica per il triennio 2024-2025-2026 le amministrazioni comunali in possesso di tutti i seguenti requisiti:
- una o più biblioteche di pubblica lettura regolarmente aperte e funzionanti;
- uno o più punti vendita di libri sul territorio;
- la partecipazione dell’amministrazione comunale e di scuole, biblioteche, librerie, associazioni presenti nel territorio comunale ad una delle campagne nazionali del Centro per il Libro e la Lettura, come Libriamocie il Maggio dei Libri;
- l’esistenza di un festival, una rassegna (come LibriAmo) o una fiera attinenti al libro, alla lettura, tra biblioteche, scuole, librerie, associazioni;
- la presenza di un Patto per la lettura che, dopo essere stato stipulato tra le parti, sia stato caricato nella banca dati dei patti per la lettura del Centro entro il termine di scadenza del 20 dicembre 2024 e che risulti “validato” o “in attesa di esame”.
Grande è l’impegno dei docenti e dei tanti operatori culturali per trasformare le due biblioteche di Trinitapoli, che non hanno più problemi di carattere strutturale, in un “community centre”, un punto di riferimento per la comunità e, in primo luogo, per i ceti sociali più deboli e svantaggiati.
La funzione aggregativa esercitata dalle biblioteche può essere un importante fattore di inclusione sociale e di superamento, attraverso l’acquisizione di competenze e di capacità critiche, delle diseguaglianze.
La speranza, dopo anni e anni di iniziative e battaglie culturali, è che Trinitapoli riceva per la quinta volta la qualifica di “Città che legge”, un titolo che deve spingere chi ci governa a considerare prioritari gli investimenti in questo settore.
ANTONIETTA D’INTRONO
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