L’Istituto “Dell’Aquila-Staffa” non prepara soltanto i suoi alunni per il diploma di maturità classica, grafico-pubblicitaria, artistica, ecc., ma propone nel territorio ofantino delle autentiche lezioni di vita e di rispetto per chi viene considerato diverso. Infatti, l’idea ispiratrice di ogni programmazione didattica è di fornire agli studenti le stesse opportunità affinché tutti si sentano normali e uguali.
In breve, l’antefatto. Lo “Staffa-Dell’Aquila” era stato costretto a chiudere l’ampio bar esistente nel salone d’ingresso della scuola durante il periodo di lockdown imposto dall’epidemia di Coronavirus. È successo che alla sua riapertura, dopo 4 anni, gli insegnanti di sostegno e il preside hanno pensato bene di farlo gestire non dagli adulti, bensì dagli studenti, tutti, abili e diversamente abili. L’idea ha ricevuto subito il consenso di tutti gli operatori della scuola. In men che non si dica, la proposta si è trasformata in realtà con l’inaugurazione del bar chiamato “Cooperà”, un nome scelto dagli studenti per “cooperare e fare le cose insieme”. (Video - Foto)
La gestione amministrativa è stata affidata all’associazione di volontariato “Cooperà”, che riunisce studenti e docenti della scuola e che ha come presidente l’insegnante di sostegno Prof.ssa Angela Landriscina, e come vice presidente il padre di un alunno autistico, il Sig. Antonio Bruno. Si tratta di un vero e proprio progetto didattico, finalizzato a far lavorare studenti abili e disabili, che prevede il seguente programma: ogni giorno dalle 9:15 alle 11:15 ci sono turni di ragazzi (seguiti da tutti i docenti di sostegno e non) che ricevono le ordinazioni dalle classi e che preparano per la pausa della ricreazione i sacchettini di carta (con dentro panini, succhi di frutta, pizzette e tè). Il caffè è servito solo ai docenti. L’acqua, invece, viene distribuita dagli erogatori di acqua potabile perché l’Istituto è “plastic free” ed ha eliminato tutti i distributori di bevande contenute in bottigliette di plastica.
Il dirigente scolastico Prof. Ruggiero Isernia ha precisato che la scuola cerca di trasformare ogni attività in qualcosa di utile per i ragazzi. In questo caso si è puntato sull’inclusione, cioè su ragazzi che hanno difficoltà, per metterli alla prova con la concretezza della gestione di un bar. In seguito si prevedono delle lezioni di educazione alimentare per rendere il menù quotidiano della pausa-ricreazione più energetico e salutare.
Grande è stata l’emozione con cui i genitori dei ragazzi diversamente abili hanno accolto il progetto “Cooperà”. I loro figli avranno una opportunità importante perché non solo si integreranno meglio nel contesto scolastico ma abitueranno i loro interlocutori, gli amici e i clienti del bar a non considerarli diversi. Come ha commentato una studentessa: “Se il panino è buono, chi lo ha preparato deve essere per forza buono”. In effetti, sono le azioni che qualificano una persona.
ANTONIETTA D’INTRONO
Via:corriereofanto