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cultura tri archivio storico

Studenti, storici di professione o semplici appassionati sono i frequentatori degli archivi storici, che rappresentano un’inestimabile fonte di informazioni, accuratamente e ordinatamente archiviate. La storia di un Paese può essere raccontata attraverso documenti, pubblicazioni, filmati e foto.

Tra i principali archivi storici istituzionali ci sono l’Archivio Centrale di Stato, l’Archivio di Stato di Bologna, l’Archivio di Stato di Firenze e l’Archivio di Stato di Napoli: si tratta di autentici patrimoni documentali, alcuni dei quali risalgono fino al Medioevo. Anche la Camera dei deputati e il Senato della Repubblica hanno un proprio archivio storico.

Enti, fondazioni bancarie, partiti politici, giornali e aziende di una certa entità hanno tutte il proprio archivio. Una menzione particolare merita l’Archivio Apostolico Vaticano: 85 chilometri lineari di scaffalatura con documenti provenienti da 630 fondi diversi che coprono un arco temporale di ottocento anni di storia.

E si tratta soltanto di alcuni dei principali. Ci sono, poi, tantissimi altri archivi in molti comuni italiani a disposizione di tutti coloro che vogliono studiare e fare ricerche.

Trinitapoli non ha ancora un archivio storico comunale aperto alla consultazione di studenti e studiosi, nonostante ci sia bisogno di ricostruire gli eventi di interi decenni del secolo scorso e sia urgente acquisire e catalogare una marea di documenti privati che potrebbero andare perduti.

Grazie all’impegno del dirigente scolastico Giulio Di Cicco, fu allestito qualche anno fa, nel plesso “Don Milani”, l’Archivio Storico degli insegnanti elementari e degli studenti che hanno insegnato e frequentato la scuola elementare tra gli anni 1908 e seguenti. L’archivio contiene le pagelle degli studenti, con le relazioni dei docenti del secolo scorso, e una miriade di documenti che riguardano le scuole popolari, private, comunali e rurali, come le sezioni multi-classe ubicate nelle campagne circostanti, dove ha insegnato per alcuni anni il compianto maestro e poeta locale Peppino Lupo.

È un patrimonio documentario che molti studiosi potranno utilizzare e rappresenta, soprattutto, un esempio prezioso da far seguire al Comune e alle parrocchie, facilitando in tal modo la consultazione di atti di nascita, di morte, di delibere e di quant’altro possa servire alla ricerca storica.

Inoltre, la conservazione in un archivio pubblico di molti documenti privati sta diventando urgente perché si potrebbe perdere la memoria di avvenimenti politici, folcloristici e artistici di Trinitapoli, attraverso lettere, diari e immagini che spesso finiscono sui banchi dei mercatini d’antiquariato, come il quaderno di geometria di Graziano Staffa, ritrovato di recente dal signor Raffaele Vanni in uno di questi mercati.

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Valga anche come esempio un episodio personale accaduto qualche giorno fa, dopo la morte della 94enne Angela Leone, nipote del capitano Nicola Leone, eroe trinitapolese della Resistenza. L’insegnante in pensione Maria Leone, ormai residente a Roma, è tornata in questi giorni a Trinitapoli per il funerale della sorella Angela e, dopo le esequie, ha cominciato a sistemare una serie di foto e documenti conservati in armadi e cassetti. La mia domanda è sempre la stessa: che fine faranno? Certamente, finché saranno in vita, i parenti custodiranno tutto il materiale ritrovato con estrema cura, ma il problema è che si rischia di non farli esaminare e studiare in futuro se non esiste una istituzione pubblica a cui consegnare questo patrimonio di carte.

Mi è stato fatto dono di un bel quaderno del 1918/1919 di dettati della scuola elementare frequentata dalla loro madre, Carmina Loreta Murgese. I brani scelti dalla maestra sono articoli dell’epoca, intrisi di patriottismo e soddisfazione per la vittoria dell’Italia nella Prima Guerra Mondiale. La conquista di Trieste, ad esempio, viene ricordata in un dettato intitolato “Il tricolore su Trieste italiana”, nel quale è descritto un popolo festante che finalmente poteva gridare per strada “evviva”, lanciare fiori e issare la bandiera tricolore sulla torre quadrata di San Giusto.

Ma la ricostruzione storica di un evento non può essere affidata alla relazione di stima tra una docente che regala un pezzetto di vita di sua madre e una collega. La storia di un paese si ricostruisce consultando e studiando i documenti depositati negli archivi.

ANTONIETTA D’INTRONO

 

Via:Corriereofanto

 

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