Il programma trinitapolese de “Il Maggio dei Libri” non ha dimenticato la data del 23 maggio che ricorda in tutta Italia la strage di Capaci: attentato di stampo terroristico-mafioso compiuto da Cosa Nostra nel quale vennero trucidati i magistrati Giovanni Falcone e sua moglie Francesca Morvillo, e i giovani agenti di scorta della Polizia di Stato Antonio Montinaro, Rocco Dicillo e Vito Schifani.
L’Istituto Comprensivo “Garibaldi-Leone”, in particolare la curatrice del “Progetto legalità” prof.ssa Rosangela Ricco, ha organizzato presso la sede decentrata della Biblioteca “Mons. V. Morra” in viale Primo Maggio, la presentazione del libro di Antonio Colasanto “Favugne. Storie di mafia foggiana”.
Il favugne, in dialetto, è quel vento solitamente caldo e secco che può causare un aumento improvviso delle temperature, anche di 30°C in poche ore, e che spesso avvolge la Capitanata.
Con questa similitudine l’autore ha affrontato la complessa tematica della mafia foggiana, la meno raccontata e conosciuta tra le organizzazioni criminali del nostro Paese, ma che si occupa di droga, estorsioni, usura e rapine ed è definita dagli investigatori “spietata, primitiva e rozza”.
Durante la sua visita presso il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Foggia, il magistrato Nicola Gratteri dichiarò che «la mafia foggiana sta facendo di tutto per farsi riconoscere, per crearsi uno spazio, per crearsi un pedigree per poi essere riconosciuta fra “le mafie evolute” sul piano economico e sul piano del riciclaggio, come lo sono oggi la ’ndrangheta e altre mafie storiche». (Video)
Iniziative come queste, ormai diventate un appuntamento annuale, aiutano i più giovani a riflettere su certi fenomeni e a proporre delle soluzioni per contrastare l’infiltrazione mafiosa della criminalità organizzata.
Oltre all’autore Antonio Colasanto, sono intervenuti anche Pietro Fragasso e Sasy Spinelli della Cooperativa “Pietra di scarto” di Cerignola, sorta su un bene confiscato alla mafia, e Giorgio Carpagnano, referente dell’Associazione “Libera” del presidio cittadino di Barletta, che hanno affrontato il tema del riutilizzo sociale dei beni confiscati alla mafia, finalizzato allo sviluppo comunitario in termini di occupazione, di inclusione sociale, di miglioramento della qualità della vita e di partecipazione democratica.
I numerosi ragazzi presenti sono apparsi molto colpiti dalle parole di una poesia di Danilo Dolci - poeta, educatore e attivista della non violenza -, che Pietro Fragasso ha citato nel suo intervento: bisogna sognare gli altri come ora non sono, perché “ciascuno cresce solo se sognato”.
I ragazzi hanno poi dato libero sfogo ai propri sogni che ognuno di loro ha scritto e appeso, su invito della bibliotecaria Loredana Napolitano, all’albero della conoscenza, installato in un angolo della biblioteca.
Alla fine dell’incontro il dott. Salvatore Guerra, componente della Commissione straordinaria, ha ringraziato i relatori e la scuola per il lavoro quotidiano che svolgono, auspicando di moltiplicare queste iniziative per formare una nuova generazione rispettosa delle regole e della legalità.
ANTONIETTA D’INTRONO
Via: Corriereofanto