Kyra, “la biondona”, il cane più popolare del quartiere di via Gramsci, via Giuseppe Di Bari e dintorni, sta rallentando il passo e si appisola per molte più ore sugli zerbini della signora Dora e della signora Pina, che le offrono pranzo, cena e comfort ogni giorno. La sera, poi, dopo aver svolto da quasi 15 anni il suo compito di guardiana in servizio presso i portoni e i cancelli delle strade del quartiere, Kyra rientra lentamente, passo dopo passo, nel suo albergo notturno che da anni le offre la signora Anna, un po’ distante dalle sue residenze mattutine e pomeridiane.
Il vicinato si è abituato ai suoi orari e alle sue reazioni “vocali”. Quando abbaia significa che sta annunciando l’arrivo di qualcuno alle porte dei suoi amici, oppure sta comunicando stizzita la presenza di un gatto o di un cane ai quali suggerisce di stare alla larga dal suo territorio, anche se in tanti anni non ha mai aggredito nessuno. Si tratta solo di un avviso sonoro, del tipo “questo è mio”, sufficiente a far scappare altrove randagi di passaggio.
Kyra è un cane fuori dagli schemi e non corrisponde a nessuna delle descrizioni che si fanno sul legame particolarmente possessivo esistente tra cane e padrone. È un cane libero, diverso dal solito. La sua è la storia di un animale che, pur avendo un padrone che le vuole molto bene, ha scelto di avere tanti amici e non padroni.
Era ancora una cuccioletta quando chi l’aveva trovata si rifiutò di abbandonarla e chiese ad un meccanico di tenerla nella sua officina. L’accolsero a braccia aperte e crebbe tra le coccole dei tanti clienti, che in attesa di ritirare le loro automobili, si intrattenevano con questa bella giocherellona che sprizzava simpatia da tutti i pori.
Una volta cresciuta, ha cominciato a camminare in lungo e in largo il paese, scegliendo di trascorrere buona parte dei suoi momenti di pausa nel quartiere dove abitano i familiari del suo padrone, che una volta aveva seguito, e dove ha fatto amicizia con le signore che la accolgono nelle loro case. Quando era più giovane e camminava più velocemente, verso le ore 19 raggiungeva quotidianamente il supermercato DOC, dove aveva anche lì amici che le offrivano leccornie e carezze.
Un anno fa è stata molto male, forse un ictus che le ha impedito di camminare. Il suo padrone l’ha riportata nell’officina dove l’ha curata con flebo e tanta dedizione, finché un giorno si è rimessa sulle zampe e ha ricominciato i suoi giri e i suoi stazionamenti nelle abitazioni delle signore sue grandi amiche.
Ora non sente più bene, ha avuto problemi al cuore ed ha un gonfiore laterale che le impedisce di fare le sue lunghe passeggiate nel paese. Tutti vogliono bene a quella che è considerata la figlia di una comunità solidale e accogliente.
ANTONIETTA D’INTRONO
Via:Corriereofanto