Il 9 settembre 1943, a poche ore dall’annuncio dell’armistizio, il re Badoglio, il governo e i vertici militari fuggono da Roma, si imbarcano sulla nave Baionetta e raggiungono Brindisi, già abbandonata dai tedeschi.
Il Regio Esercito, lasciato senza ordini, si sbanda ed è facile preda della pronta reazione dei tedeschi che occupano la penisola e disarmano i soldati italiani.
A Roma, i militari dei reparti presenti in città, con il supporto della popolazione civile, tentano di resistere ai tedeschi. Nella difesa di Roma muoiono anche 43 donne. A causa, però, della mancanza di ordini e di coordinamento, sono costretti alla resa.
Inizia l’occupazione tedesca di Roma che durerà nove mesi, fino al 4 giugno 1944.
Contro il terrore nazifascista, partigiani, sacerdoti, suore, cittadini comuni, donne e uomini si uniscono e lottano per la liberazione di Roma.
Il 22 gennaio 1944, gli Alleati sbarcano ad Anzio con l’obiettivo di aggirare le difese tedesche sulla linea Gustav e avanzare verso Roma. L’operazione, tuttavia, non ha il successo previsto e le forze alleate non riescono a rompere le difese tedesche fino alla fine di maggio.
Il 4 giugno 1944, dalla via Casilina, dalla via Appia e dalla via Tuscolana, gli Alleati, finalmente, entrano a Roma: è la prima capitale dell’Europa occidentale a essere liberata dall’occupazione nazista.
Una canzone partigiana dei castelli romani recita: “Or ch’è liberata Roma il mondo intero insorgerà.” Ci vorranno, invece, altri 10 mesi di lotta e di sofferenze fino ad arrivare al 25 aprile 1945 e alla liberazione definitiva dall’oppressione nazifascista.
Tra coloro che si opposero alla feroce occupazione nazista di Roma, ci sono tante donne e tanti uomini nati nelle città della provincia di Barletta-Andria-Trani, nomi che si trovano citati nel libro di Pati Luceri e Roberto Tarantino, “Deportati, internati militari, partigiani e vittime della vendetta tedesca della provincia di Barletta-Andria-Trani”, insieme ad altre migliaia di combattenti della resistenza.
Dalla lista, abbiamo stralciato i partigiani di Margherita di Savoia e di Trinitapoli che si trovavano a Roma in quegli anni. Certamente incompleto, l’elenco dà però l’immagine di quale sia stato il contributo dei nostri concittadini alla liberazione dal nazifascismo.
MARGHERITA DI SAVOIA
Adesso Paolo, di Tommaso e di Giuseppina Di Benedetto. Nato a Margherita di Savoia, il 9 giugno 1914. Elettromeccanico. Partigiano capo zona nel Movimento Comunista d’Italia “Bandiera Rossa” a Roma. Ricercato dalle SS tedesche.
Garbetta Francesco, di Antonio e di Eugenia Francavilla. Nato a Margherita di Savoia, l’11 agosto 1897. Partigiano nel fronte clandestino di resistenza dei carabinieri (FCRC) “Banda Filippo Caruso” a Roma.
Losito Francesco, di Salvatore e di Caterina Surugato. Nato a Margherita di Savoia, il 2 settembre 1898. Partigiano nella formazione partigiana “Prati Fiscali”. Fratello di Vincenzo.
Losito Vincenzo, di Salvatore e di Caterina Surugato. Nato a Margherita di Savoia, il 21 giugno 1919. Partigiano nella formazione partigiana “Prati Fiscali”. Fratello di Francesco.
TRINITAPOLI
Di Palma Francesco, di Nicola e di Gaetana Beltotto. Nato a Trinitapoli, il 5 febbraio 1907, fu appuntato dei Carabinieri in servizio a Monterotondo (Roma) nella 2ª Compagnia del Gruppo Autonomo CC.RR. Il 9 settembre 1943 Monterotondo viene attaccata da paracadutisti tedeschi. Il reparto dei Carabinieri, al quale si uniscono anche civili, resiste contro le forze nemiche preponderanti ma è costretto alla resa. Nel corso dei combattimenti viene ferito e ricoverato in ospedale, che abbandona per sottrarsi alla cattura da parte dei tedeschi. Raggiunta Roma, entra nel fronte clandestino di resistenza dei carabinieri (FCRC) “Filippo Caruso”.
Suriano Felice, di Andrea e di Sabina Bruno. Nato a Trinitapoli, il 24 luglio 1915. Partigiano nel fronte clandestino di resistenza dei carabinieri (FCRC) “Filippo Caruso” a Roma.
La ricerca storica e la diffusione della storia della loro vita diventano l’unico modo per poter dire grazie e rendere onore ai giovanissimi margheritani e trinitapolesi del secolo scorso che hanno combattuto per consegnarci un’Italia libera e democratica.
ANTONIETTA D’INTRONO
Via:Corriereofanto