Il numero di sedi scolastiche in ogni Regione è determinato utilizzando come coefficienti di calcolo i seguenti valori, relativi al numero di alunni: 961 per l’anno scolastico 2024-2025, 949 per l’anno scolastico 2025-2026 e 938 per l’anno scolastico 2026-2027.
Alla fine del prossimo triennio le 8.007 istituzioni scolastiche esistenti nel corrente anno scolastico, attraverso smembramenti e accorpamenti di plessi e sedi, dovrebbero diventare 7.309. Saranno dunque soppresse ben 698 unità scolastiche, pari all’8,8% di quelle attualmente esistenti.
Oltre al taglio netto di circa 1.400 posti tra dirigenti scolastici e DSGA, si registreranno perdite di organico tra il personale ATA e tra i docenti, un notevole aumento della complessità organizzativa, prevedibili difficoltà di gestione dell’offerta formativa, soprattutto nelle regioni del Sud, che la logica del PNRR invece avrebbe dovuto maggiormente tutelare. Ci sono regioni in cui la percentuale dei tagli raggiunge punte elevatissime: del 16% in Campania, 18% in Sardegna, 22% in Calabria e addirittura il 24% in Basilicata.
Alcune Regioni, come la Puglia, hanno impugnato innanzi alla Corte Costituzionale la legge finanziaria 2023 che, per l’appunto, ha previsto di tagliare un buon numero di scuole autonome (vengono soppresse le autonomie non i plessi scolastici, ndr).
Non essendo stato raggiunto l’accordo in sede di Conferenza Stato-Regioni sull’applicazione delle norme contenute nella legge finanziaria 2023, il Ministero dell’Istruzione e dell’Economia hanno “motu proprio” definito il numero di scuole autonome da sopprimere con il D.I. (Decreto Interministeriale) del 30 giugno 2023 che la Regione Puglia ha anche annunciato di impugnare.
Il piano regionale prevede un drastico taglio del numero di scuole che in Puglia passerebbero da 627 a 569, con la conseguente riduzione di 58 autonomie, per il solo anno 2024/2025.
Le organizzazioni sindacali, ad eccezione della Associazione Nazionale Presidi, hanno ribadito di lasciare in vita quante più autonomie possibili e di intervenire laddove sia proprio strettamente necessario.
La Regione Puglia nelle “Linee di indirizzo per il dimensionamento scolastico per l’anno scolastico 2024/2025” ha fissato i criteri con cui operare la riduzione dei presìdi scolastici nel territorio pugliese.
Non verranno toccate le scuole superiori. Le scuole tagliate saranno tutte nel primo ciclo: i circoli didattici, le scuole medie e gli istituti comprensivi che raggruppano dall’infanzia alle medie. Una deroga è prevista per quei comuni che hanno un’unica scuola, per quelli che hanno almeno una scuola con plessi in altri comuni o in un comune di montagna e quelle speciali, ad esempio gli onnicomprensivi (che raggruppano dall’infanzia alle superiori) e i CPIA (scuole per adulti).
A San Ferdinando di Puglia saranno accorpati l’Istituto Comprensivo “Giovanni XXIII” e l’Istituto Comprensivo “De Amicis”, mentre a Trinitapoli la Direzione Didattica “Don Milani” e l’Istituto Comprensivo “Garibaldi-Leone”
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Il 28 settembre scorso, con la delibera n.97, la Commissione straordinaria ha deliberato di condividere ed approvare la proposta di riorganizzazione alternativa a quella prevista dalle linee guida regionali per Trinitapoli, presentata dal Dirigente Scolastico dell’I.C. “Garibaldi-Leone” e dal Dirigente Scolastico della Direzione Didattica “Don Milani”, con rispettive note acquisite a protocollo. Questa proposta prevede l’istituzione di due Istituti Comprensivi al fine di garantire una più ampia offerta formativa e un maggiore contrasto al fenomeno della dispersione scolastica e della povertà educativa, come emerso da una recente indagine condotta in occasione del centenario della nascita di Don Milani.
L’accorpamento consente di “fare cassa” risparmiando sui posti di dirigente scolastico e di direttore amministrativo.
Gli alunni, è bene ricordarlo, non sono dei numeri da assemblare. Questa scelta appare del tutto insensata. Alla luce di quanto si auspica a Trinitapoli e in tanti altri paesi con problematiche sociali simili, la scuola deve essere un “presìdio sul piano educativo e formativo” capace di contrastare bullismo, delinquenza minorile e povertà educativa.
Nei bilanci famigliari la voce “istruzione” è usualmente una priorità. Nei bilanci nazionali, invece, si colloca in fondo alla pagina, tra le spese ritenute superflue.
Qualcuno ci deve spiegare, con dati alla mano e con un’analisi comparativa di quanto accade nelle scuole d’Europa, quali sarebbero gli “obiettivi formativi” che un Dirigente Scolastico riuscirà a raggiungere dirigendo una scuola di 1.440 studenti invece di 720.
ANTONIETTA D’INTRONO
Via:Corriereofanto