I Nani di Mantova

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Era una brutta mattina, grigia e nuvolosa. I nani erano preoccupatissimi perché, da un momento all’altro, Capitan Bombardo e le sue guardie avrebbero attaccato. Nel silenzio si alzò la voce di Archimede, il nano inventore, che disse: non perdiamoci d’animo, portatemi gli attrezzi dei vostri lavori ed io cercherò di inventare qualcosa. Subito i nani portarono ombrelli, pagnotte, pale, aghi, zappe, coltelli, scope, spazzoloni, bottiglie e scatoloni. Archimede si fregò le mani e poi cominciò a tagliare, smontare, strappare, cucire, assemblare, svitare e avvitare e dopo un’ora aveva realizzato uno stranissimo marchingegno da guerra. I nani festeggiarono ma non erano proprio sicuri che quel coso lì avrebbe funzionato. Sul campo di battaglia la macchina faceva un rumore infernale, dal suo camino usciva un fumo nero e puzzolente e ogni tanto perdeva un bullone che schizzava a gran velocità. Le guardie, quando la videro avanzare, fuggirono a gambe levate in tutte le direzioni. Capitan Bombardo prese un bullone in fronte e svenne. Da quel giorno i nani vissero felici e contenti.

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