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Le spalle erano scosse da un gran tremito mentre le dita stringevano convulsamente il bianco lenzuolo. Gocce di sudore le imperlavano il volto cereo, gli occhi roteavano freneticamente, i denti battevano senza controllo e dalla bocca fuoriuscì un fiotto di sangue vermiglio, un sottile contrasto tra il carnato pallido e l'anima corrotta.
Charles, il volto rigato di lacrime e gli occhi di brace colmi di una profonda angoscia, le accarezzò i lunghi capelli sparsi confusamente sui cuscini, morbidi e lucenti. ad ogni suo tocco sentiva Emma fremere. -"Povera moglie mia" ripeteva con voce rotta e intanto si malediceva per la propria incapacità e la propria inettitudine: si rimproverava di non aver saputo accudirla, di non aver compreso i desideri di una creatura fragile e delicata come lei.
Attribuiva a se stesso le colpe del progredire della malattia, i continui cambiamenti di umore e gli attacchi di nervi.
Nulla gli aveva mai fatto supporre la verità sul proprio matrimonio.
D'altronde Charles non era quel tipo d'uomo che possiede un temperamento passionale che lo guida in azioni eroiche e caritatevoli.
Agli occhi di Madame Bovary lui appariva un povero miserabile, un debole, un'autentica nullità, insomma un uomo da poco sotto tutti gli aspetti. La sua natura rispecchiava quella del tipico borghese di campagna intento ad accaparrare e riscuotere il successo entro le mura del paese.
Ambizioni e sogni non lo riguardavano.
Un fremito più lungo e il corpo di Emma si distende.
Non percepisce più distintamente i movimenti all'interno della stanza: il lamento di Charles le appare come un suono lontano, la conversazione tra il dottor Canivet e il dottor Lerivière sembra un fastidioso ronzio interrotto dalla voce affettata del farmacista, il signor Homais.
Tutti i suoi sensi sono offuscati. Una sensazione di freddo glaciale le sale dai piedi fino al cuore.
"Ah! Ecco che comincia" pensò e con una illusoria soddisfazioone tutta romantica, degna della sua natura, si abbandonò al proprio destino che, per quanto si ostinasse a crederre, non possedeva nulla di sentimentale.
La passione, l'ebrezza, la liricità dei suoi romanzi erano rimaste intrappolate tra le pagine dei libri, non si erano liberate dalle loro catene per invadere il mondo e spargersi sulla sua vita.
Non era mai stata l'amante di tutti i romanzi, l'eroina di tutti i drammi e l'indefinibile lei di tutti i volumi in versi se non nella sua mente, per se stessa, nella sua personale realtà.
Si era abbandonata ad un'illusione, si era fatta trascinare dall'immagine di un amore inesauribile, di una vita eccezional, straordinaria, nella quale collera, vendetta, gelosia, terrore, misericordia e stupore convivevano.
Ed era sprofondata in un abisso di voluttà e desideri, di felicità non appagata.
Gli scogli dell'indifferenza e di un'ipocrita moralità, pronta a sbranare gli ultimi brandelli di una vita, avevano affondato i suoi ideali.
Allora l'unica soluzione per liberarsi era stata il suicidio.
Non le dispiaceva essere portata via da tutta quelle menzogne e falsità, abbandonare il dolore di questo mondo per afferrare una gioia eterna, la stessa della sua fanciullezza quando non era ancora un cavallo troppo imbrigliato, al quale il morso era uscito tra i denti.
In fin dei conti, privata di ogni interesse per la vita, non lasciava nulla di veramente importante: suo marito era l'artefice primo delle sue disgrazie; Berthe non era stata degna delle sue attenzioni e del suo amore, povera piccina; e Leon e Rodolphe, a cui aveva dato tutta se stessa, l'avevano profondamente ferita e abbandonata come fosse semplicemente un oggetto che, rottosi, non aveva più alcun valore o utilità.
Un urlo agghiacciante invase la stanza.
Due pupille fisse, spalancate, incastonate in un volto esangue, si fissarono sulla soglia della porta dove il cieco aveva iniziato ad intonare la sua canzone come una litania.
Un'ultima convulsione prima che il cuore di lei cessasse di battere.
"Spesso il calore di una bella giornata Fa sognare una fanciulla innamorata".
e forse era proprio quello che era successo a Madame Bovary; non era riuscita a ripararsi da quel vento di meschinità e ipocrisia che le si era scagliato contro.