Dopo diversi anni la carica politica di Don Fabrizio, che intanto era morto di vecchiaia, passò al nipote Giovanni e non a Tancredi per un semplice motivo: era morto in battaglia e Angelica era rimasta sola con il figlio. La famiglia Salina era felice come non mai e nonostante ciò sentiva la mancanza della propria terra. Padre Pirrone ogni tanto andava a trovare Concetta e le raccontava tutti gli avvenimenti successi negli ultimi periodi. Le due sorelle, Caterina e Carolina, erano da poco felicemente sposate ed entrambe in dolce attesa. Angelica mostrava ricordi di bellezza e aveva quasi settant'anni; la malattia che tre anni dopo l'avrebbe trasformata era già in atto. Assaliti dai troppi ricordi decisero di ritornare nella terra d'origine e l'indomani chiamarono due carrozze. Nella prima Padre Pirrone, Angelica e Concetta, nell'altra Carolina e Caterina con i rispettivi mariti. Arrivati a Palermo si sistemarono tutti nella casa di famiglia e attesero così la fine dei loro giorni.
Finale di Giorgia Maffei - Scuola L. Murialdo FG
- Dettagli
- Visite: 1245
Dopo che al principe venne comunicato l'arrivo di Chevelley lo accolse nel palazzo dei Salina. Il cavaliere Chevalley era stato incaricato dal governo di fare una grande proposta a Don Fabrizio. Il giorno dopo l'arrivo del cavaliere, Don Fabrizio lo fece chiamare per parlare nel suo studio. Iniziato il discorso Chevalley annunciò al Principe che dopo l'annessione della Sicilia al regno di Sardegna, il governo di Torino aveva intenzione di procedere alla nomina a senatori del regno di alcuni illustri siciliani e che si era pensato subito al suo nome. Don Fabrizio non rispose subito e chiese del tempo per decidere. Dopo pochi giorni fece richiamare Chevalley nel suo studio per dargli il verdetto della decisione presa. Arrivato nello studio il Principe aprì subito l'argomento e disse al cavaliere << Ho deciso di accettare la vostra offerta e sarò ben fiero di trasferirmi nei pressi di Torino>>. Chevalley fu contentissimo, ma dovette ripartire e salutò Don Fabrizio dandogli del tempo per trasferirsi con o senza la famiglia nei pressi di Torino. Dopo pochi mesi la famiglia Salina era ormai residente a Torino. Il governo nominò Don Fabrizio senatore del regno e così passarono molti anni. In questi anni Angelica e Tancredi, dopo essersi sposati, ebbero un figlio che chiamarono Giovanni in ricordo del figlio del principe Fabrizio, che da tanti anni aveva lasciato la famiglia; Maria stella si ammalò e con la vecchiaia fu destinata a morire; Concetta rassegnata ormai all'amore per Tancredi e disperatamente delusa decise di intraprendere la clausura; Caterina e Carolina si fidanzarono con i due amici di Tancredi e Don Fabrizio divenne il braccio sinistro del Re, sinistro perché al destro c'era Camillo Benso di Cavour.
Dopo diversi anni la carica politica di Don Fabrizio, che intanto era morto di vecchiaia, passò al nipote Giovanni e non a Tancredi per un semplice motivo: era morto in battaglia e Angelica era rimasta sola con il figlio. La famiglia Salina era felice come non mai e nonostante ciò sentiva la mancanza della propria terra. Padre Pirrone ogni tanto andava a trovare Concetta e le raccontava tutti gli avvenimenti successi negli ultimi periodi. Le due sorelle, Caterina e Carolina, erano da poco felicemente sposate ed entrambe in dolce attesa. Angelica mostrava ricordi di bellezza e aveva quasi settant'anni; la malattia che tre anni dopo l'avrebbe trasformata era già in atto. Assaliti dai troppi ricordi decisero di ritornare nella terra d'origine e l'indomani chiamarono due carrozze. Nella prima Padre Pirrone, Angelica e Concetta, nell'altra Carolina e Caterina con i rispettivi mariti. Arrivati a Palermo si sistemarono tutti nella casa di famiglia e attesero così la fine dei loro giorni.
Dopo diversi anni la carica politica di Don Fabrizio, che intanto era morto di vecchiaia, passò al nipote Giovanni e non a Tancredi per un semplice motivo: era morto in battaglia e Angelica era rimasta sola con il figlio. La famiglia Salina era felice come non mai e nonostante ciò sentiva la mancanza della propria terra. Padre Pirrone ogni tanto andava a trovare Concetta e le raccontava tutti gli avvenimenti successi negli ultimi periodi. Le due sorelle, Caterina e Carolina, erano da poco felicemente sposate ed entrambe in dolce attesa. Angelica mostrava ricordi di bellezza e aveva quasi settant'anni; la malattia che tre anni dopo l'avrebbe trasformata era già in atto. Assaliti dai troppi ricordi decisero di ritornare nella terra d'origine e l'indomani chiamarono due carrozze. Nella prima Padre Pirrone, Angelica e Concetta, nell'altra Carolina e Caterina con i rispettivi mariti. Arrivati a Palermo si sistemarono tutti nella casa di famiglia e attesero così la fine dei loro giorni.