Il capitano Watt, lasciò le sue carte nautiche e mi seguì in coperta, prese il suo cannocchiale che portava sempre con sé e scrutò attentamente quel bagliore lontano e disse:- Accidenti! L'isola di fuoco brucia, bisogna fare qualcosa, non possiamo lasciare che bruci questo paradiso terrestre.- A un tratto, il piroscafo cominciò a oscillare e muoversi paurosamente, una forte corrente spingeva la nostra imbarcazione alla deriva. I passeggeri che stavano sul ponte, cominciarono a rotolare come birilli; urlavano spaventati, cercavano di aggrapparsi con tutte le loro forze per evitare di finire in mare. Si udì un boato assordante, eravamo finiti contro gli scogli che circondavano l'isola.
Il capitano ordinò che nessuno poteva lasciare la nave e che lui stesso sarebbe andato a verificare se ci fossero stati dei danni all'imbarcazione e avrebbe fatto un giro di ricognizione per l'isola. M'invitò a seguirlo, ed io accettai ben volentieri. Giunti sulla riva ci guardammo intorno, sembrava disabitata. Imboccammo un sentiero, quando avvertimmo un pianto che proveniva dall'interno di una caverna illuminata da una luce fioca di una candela. Un vecchio con una lunga barba bianca piangeva disperato davanti a una tomba profanata. Appena si accorse di noi, cercò di scappare, ma il capitano gli disse:-Non temere, nessuno vuole farti del male, anzi siamo qui per aiutarti. -
-Andate via, mettetevi in salvo la maledizione dell'isola si sta avverando. -
-Quale maledizione?-
-Hanno profanato la sacra tomba e hanno rubato il forziere con il tesoro. Maledetti! Per questo l'isola diventerà un rogo e sarà risucchiata dal mare, solo la pozione magica può salvarci, ma io sono troppo vecchio perché recuperi la boccetta.
-Ci vado io!-disse il capitano, -Dove posso trovarla?-
-E' in una caverna in fondo al mare in direzione di quello scoglio a forma di arco. Comunque sappi, non è un'impresa facile.-
Il capitano senza indugiare ritornò sulla spiaggia e si tuffò tra le onde scese vicino alla grotta, ma subito ritornò in superficie, poiché a guardia dell'ingresso c'erano due squali che cercarono di addentarlo. Non si diede per vinto, si rituffò. Un delfino gli si accostò facendogli da scudo e incominciò a emettere dei suoni assordanti, tanto che gli squali, infastiditi, si allontanarono
velocemente. Watt, come un fulmine prese lo scrigno e ritornò in superficie aiutato dal delfino. Sulla riva il vecchio isolano lo attendeva con ansia. Gli consegnò l'ampolla e dopo aver recitato la formula magica, versò l'antidoto. Non riuscivamo a credere ai nostri occhi, il fuoco si spense immediatamente. L'alba stava spuntando e le prime luci del giorno ci mostravano uno spettacolo devastante. Le case del villaggio erano un cumulo di cenere, ma la gente esultava di gioia, la loro isola era salva. Il capo villaggio, ringraziò il capitano e gli diede in dono una conchiglia portafortuna. Dopo aver salutato tutti gli abitanti ritornammo sul Victoria ,Watt tirò fuori dalla tasca la conchiglia e disse:- Fa che si alzi il vento e che gonfi le vele.-
Non finì di pronunciare queste parole che il Victoria cominciò a navigare a vele spiegate e poco dopo avvistammo Porto Nelson, eravamo giunti alla meta del nostro viaggio sani e salvi, felici di aver salvato L'ISOLA DI FUOCO.