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Tutto il mare che circondava l'isola era in fiamme. I marinai e i passeggeri , spaventati ed impauriti, urlavano correvano atterriti dalla poppa alla prua della nave senza sapere cosa fare. Il capitano Watt cercò di tranquillizzare l'equipaggio; pregandolo di stare calmo e non farsi prendere dal panico: le fiamme erano lontane dall'imbarcazione.
Improvvisamente si alzò un'onda gigantesca che spinse il piroscafo in direzione dell'isola.
Man mano che ci avvicinavamo il caldo aumentava.
In lontananza,si udivano urla, pianti di uomini terrorizzati che cercavano di proteggersi dalle lingue di fuoco che sempre più aumentavano. Non avevano via di fuga:sarebbero morti come dei polli allo spiedo.
Il capitano Watt,senza indugiare,diede l'ordine di buttare l'ancora e di calare in mare tutte le scialuppe. Con voce autorevole disse: "Presto ragazzi!Dobbiamo salvare questa povera gente,la centrale petrolifera è scoppiata ed ha invaso di liquido nero e melmoso il mare e l'isola.
Dobbiamo portarli in salvo sul Victoria".
Io salii sulla stessa scialuppa del capitano e dopo due sole remate, i nostri sguardi incrociarono gli occhi spaventati di un cormorano che era rimasto prigioniero di quell'onda infernale e maleodorante, le sue ali erano incollate al corpo. Anche se cercava di dimenarsi e agitare le zampe, le ali rimanevano sempre immobilizzate.
Prendemmo a bordo quella povera bestiola che sarebbe andata incontro ad una morte lenta e terribile come i tanti pesci e gabbiani.
Finalmente tutte le scialuppe raggiunsero l'isola ed incominciarono ad imbarcare tutti i superstiti ed a traghettarli sul Victoria.
Erano salvi!.Solo il cormorano continuava a fissarmi con occhi spaventati...Così scesi nella stiva e presi un secchio d'acqua, lo portai su, immersi e ripulii la povera bestiola liberando le sue ali.
L'uccello batté energicamente le ali,ritirò le zampe e spiccò il volo, fece un paio di giri sul piroscafo, quasi a voler dire grazie e si allontanò.
Ormai si scorgeva un puntino nel cielo. Miracolosamente i motori si avviarono e il piroscafo poté raggiungere Porto Nelson.
Il giorno seguente tutto l'equipaggio del Victoria e i poveri naufraghi decisero di riprendere la rotta e di tornare all'isola: il fuoco ormai si era spento.
Ormeggiammo le barche, indossammo le tute di protezione e aiutammo i guardacoste a risciacquare con le idrovore gli uccelli che rischiavano di morire. Tutti ci rendemmo conto che , molto spesso, gli uomini portano distruzione e morte se non rispettano la natura e mettono in pericolo la loro stessa esistenza.
Improvvisamente si alzò un'onda gigantesca che spinse il piroscafo in direzione dell'isola.
Man mano che ci avvicinavamo il caldo aumentava.
In lontananza,si udivano urla, pianti di uomini terrorizzati che cercavano di proteggersi dalle lingue di fuoco che sempre più aumentavano. Non avevano via di fuga:sarebbero morti come dei polli allo spiedo.
Il capitano Watt,senza indugiare,diede l'ordine di buttare l'ancora e di calare in mare tutte le scialuppe. Con voce autorevole disse: "Presto ragazzi!Dobbiamo salvare questa povera gente,la centrale petrolifera è scoppiata ed ha invaso di liquido nero e melmoso il mare e l'isola.
Dobbiamo portarli in salvo sul Victoria".
Io salii sulla stessa scialuppa del capitano e dopo due sole remate, i nostri sguardi incrociarono gli occhi spaventati di un cormorano che era rimasto prigioniero di quell'onda infernale e maleodorante, le sue ali erano incollate al corpo. Anche se cercava di dimenarsi e agitare le zampe, le ali rimanevano sempre immobilizzate.
Prendemmo a bordo quella povera bestiola che sarebbe andata incontro ad una morte lenta e terribile come i tanti pesci e gabbiani.
Finalmente tutte le scialuppe raggiunsero l'isola ed incominciarono ad imbarcare tutti i superstiti ed a traghettarli sul Victoria.
Erano salvi!.Solo il cormorano continuava a fissarmi con occhi spaventati...Così scesi nella stiva e presi un secchio d'acqua, lo portai su, immersi e ripulii la povera bestiola liberando le sue ali.
L'uccello batté energicamente le ali,ritirò le zampe e spiccò il volo, fece un paio di giri sul piroscafo, quasi a voler dire grazie e si allontanò.
Ormai si scorgeva un puntino nel cielo. Miracolosamente i motori si avviarono e il piroscafo poté raggiungere Porto Nelson.
Il giorno seguente tutto l'equipaggio del Victoria e i poveri naufraghi decisero di riprendere la rotta e di tornare all'isola: il fuoco ormai si era spento.
Ormeggiammo le barche, indossammo le tute di protezione e aiutammo i guardacoste a risciacquare con le idrovore gli uccelli che rischiavano di morire. Tutti ci rendemmo conto che , molto spesso, gli uomini portano distruzione e morte se non rispettano la natura e mettono in pericolo la loro stessa esistenza.