di mio fratello la sigaretta che stava fumando dicendo –Non provare a urlare o non potrai farlo mai più.- Abdelkrim, senza urlare sputa in faccia a Tarek e gli dice:- Hai preso tu i soldi, brutto bastardo, e questo solo per non spartire tutti i soldi con la banda.- Andarono avanti così fino a quando Tarek , innervosito, prese il suo coltello, iniziò a pulirsi le unghie con la lama e a minacciare in arabo di morte Abdelkrim che gli rise in faccia e sputò a terra. Così Tarek, in preda all'ira, affondò il coltello nella pancia di mio fratello: gli uscì del sangue dalla bocca, mentre io, sconvolto ed impaurito, scesi le scale in fretta e furia, piangendo. Vagai senza meta sino a quando mi trovai dinanzi alla casa di Antoine, vidi suo padre e iniziai a gridare in preda alla disperazione:- Tarek, Tarek , l'ha ucciso!- Il padre, abbracciandomi, rispose :-Calmati, fai un bel respiro, adesso sei al sicuro, ma, soprattutto, dimmi cos'è successo?- Io gli raccontai tutto piangendo e lui mi disse:- Vieni, ti accompagno alla polizia.-
Tarek fu arrestato, anche questa volta pensava di cavarsela, ma non si ricordava che da due giorni aveva compiuto diciotto anni e che, quindi, nessun giudice l'avrebbe rilasciato. Continuò con il suo atteggiamento da bullo anche dentro il carcere e, due mesi dopo, venne trovato morto nei bagni.
I miei genitori capirono che Samira aveva fatto la scelta giusta, quella di scappare dal quartiere, così un giorno mi dissero:- Said l'anno prossimo frequenterai un'altra scuola, vivrai a Parigi, con Samira e Kevin, abbiamo già parlato con loro e sono d'accordo. Anche tu devi andare via da questo quartiere, tua sorella ha trovato la sua strada, tu devi trovare la tua.-
Prima di lasciare il mio quartiere, decisi di consegnare il mio quaderno al prof. Theophile; così il giorno seguente mi recai da lui, lo abbracciai e gli dissi: - volevo dare il mio diario alla maestra Nadine per dimostrarle che in questo quartiere non serve studiare, che è inutile creare illusioni a chi non ha futuro. Oggi non la penso più così e lo do a lei per ringraziarla di tutto quello che ha fatto per me.-
Il giorno dopo, venne a salutarmi a casa e mi disse:- Said, non ti lascerò solo, non immaginavo che avessi vissuto un simile
inferno.- Io gli risposi:- Domani parto per Parigi, cambio scuola.- Lui mi sorrise e mi salutò con la mano.
Andai a vivere con Samira e Kevin, che mi iscrissero a una scuola fantastica, con le classi spaziose, ordinate e soprattutto silenziose.
Sono passati due anni, siamo nel mese di Settembre, è il primo giorno di scuola, finalmente si sta realizzando il sogno di Said: frequenterà il "Liceo Carlo Magno". Davanti all'ingresso, ad aspettarlo, c'è il prof. Theophile.