Settembre.... la scuola è ormai ricominciata, alla fine della prima dura giornata scolastica, tornai a casa soddisfatto di alcuni cambiamenti: Il prof. Teophile sembrava esser diventato molto più simpatico, in classe erano arrivati due nuovi compagni dal fare gentile, ma la telefonata della mia maestra Nadine che mi augurò un buon inizio, fu la cosa che più mi riempì l'animo di gioia, lei, non si era dimenticata di me......
Così, dopo aver fatto i compiti, scesi per strada a giocare e fu lì che incontrai la nonna di Antoine e subito cominciai a chiacchierare con lei. Era una persona affabile e molto gentile e quel giorno indossava una giacca rossa e dei pantaloni scuri, ed anche se era andata con l'età, sul suo viso non si notano i segni del tempo passato. Parlando, le chiesi notizie del mio amico. <<pensa sempre al tempo trascorso con te, a tutti i vecchi professori e le giornate interminabili alla Camille Claudel>> mi rispose. Ascoltavo con un sorriso abbozzato, ed in quel momento mi scappò una lacrima, una minuscola lacrima dove dentro vi si poteva trovare l'essenza di uno dei valori più importanti della vita: l'amicizia! Marianne, quello era il nome dell'anziana signora che continuando a parlare mi descrisse tra altro, anche la città in cui si era trasferito Antoine. Mi raccontò che era enorme, con tanti alberi e spazi verdi e con ogni genere di abitazione dalle più modeste, raggruppate in quartieri, alle più grandi e lussuose, come ad esempio le ville. Sentirla era come sognare ad occhi aperti, ma s'era fatto tardi e dovetti rientrare a casa. Quella notte dormii profondamente: il giorno dopo mi aspettavano importantissime prove d'ingresso. La mattina non tardò a giungere e con aria un po' preoccupata mi recai alla Camille Claudel. La campanella suonò e tutti entrarono. Manu cercava sempre di spaventarmi con i suoi ghigni di cui adesso però, tutti ridevano: ora che gli elementi più temuti "erano fuori" a chi cercava di far paura?! I test iniziarono, e soprattutto per me sembravano interminabili. Quando i professori diedero lo STOP, ne avevo eseguiti solo pochi e di ciò non ne ero per niente soddisfatto... tuttavia però una notizia mi rimise di buon umore. Controllando la cassetta della posta, prima di entrare in casa, sorpreso, trovai una lettera di Antoine! La presi e freneticamente, mi catapultai in camera mia aprendola in fretta e furia. Era Antoine che mi raccontava del suo primo giorno scolastico alla Van Gogh, ma prima che potessi entrare nel profondo della lettera mi interruppe mia madre: <<è ora di pranzo tesoro, vieni ! >> obbedii in fretta, avevo tanta fame ! Più tardi, prima di cominciare i compiti, completai la lettura che precedentemente avevo interrotto: c'era scritto che in occasione del compleanno di Marianne, Antoine e la sua famiglia, sarebbero tornati nella loro vecchia, cara, città natale la sera del giorno dopo. Ottima occasione per rivederlo no ? Felicissimo, mi lanciai sul letto e osservai la giornata: il sole, alto nel cielo, illuminava ogni fetta di strada e gli alberi sembravano arrossire felici al caldo fuoco dell'astro più imponente. Antoine arrivò in città e prima di andare da sua nonna si diresse verso casa mia. M'abbracciai con lui e così mi invitò a festeggiare con loro da Marianne. Io, ovviamente, accettai. In quell'umile dimora ogni cosa sapeva di vissuto e solo un quadro raffigurante un paesaggio estivo rallegrava quell'ambiente appesantito da doppie tende di velluto e vecchie librerie tarlate. Una tovaglia a grossi quadri copriva un tavolo malmesso e dei pesanti piatti di ceramica aspettavano di essere riempiti. Tutto sembrava aver preso l'odore della legna. Del pane abbrustolito, accompagnava una zuppa di verdure, delle salsicce, forse un po' troppo cotte, attendevano solo di essere mangiate. Cucinare non era il forte di Marianne, ma ogni cosa che lei preparava era insaporito con spezie di allegria e ciò rendeva tutto buonissimo. Che divertimento quella sera! Però, non mi dovetti salutare col mio amico, Antoine sarebbe rimasto ancora un altro giorno. Il dì seguente, perciò, ci recammo assieme alla Camille Claudel e lui ne approfittò per salutare i vecchi amici e professori. Il tempo passò svelto, anche quella giornata scolastica giunse al termine e sussurrai ad Antoine, che se ne sarebbe andato a momenti: <<questo non è un addio, lo sento!>> Da allora il tempo continuò a trascorrere normalmente per me e per lui, quando, verso fine novembre, i miei genitori presero una decisione: <<Said, figliolo, abbiamo pensato per il tuo bene di darti la possibilità, l'anno prossimo, di frequentare la Van Gogh, affinché tu possa ampliare i tuoi studi e continuare a coltivare la tua amicizia con Antoine. Sei contento, tesoro caro?>> Ho espresso tutta la mia felicità in silenzio, ma con un sorriso che attraversava tutta la bocca, mi sono abbracciato con mamma e papà, sono uscito fuori casa ed ho gridato al cielo:
ANTOINE! ASPETTAMI !
ANTOINE! ASPETTAMI !