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Molto spesso mi sento per telefono con Abdelkrim; adesso è sposato e ha 3 figlie, sono molto orgoglioso di lui e ormai non ricorda più niente della sua adolescenza e neanche di Tarek, io finalmente ho ritrovato mio fratello e mio fratello ha ritrovato me. Tornare in Algeria gli ha fatto proprio bene. Il giorno del il mio 66esimo compleanno, mentre ero seduto davanti alla mia finestra e guardavo la pioggia scrosciare sui vetri, sentii suonare alla porta, mi alzai e il postino mi consegnò un telegramma proveniente da Oslo; dentro di me sentivo una grande gioia inspiegabile, aprii quel telegramma con grande emozione: l’Accademia Reale di Oslo mi conferiva il Premio Nobel per la Pace.
I miei occhi si riempirono di lacrime e nella mia mente ricordai i miei anni alla “Camille Claudel.”
Ripensai alla professoressa Beaulieu e quanto il suo esempio di coraggio e di tenacia mi fosse stato di aiuto nelle scelte che la vita mi aveva presentato, ed è al professor Théophile, anch’egli grande esempio per la mia crescita, che devo tutto. Mi è sempre stato vicino ed è anche grazie a lui che adesso sono quello che sono. Mi ricordo molto bene anche del mio vecchio amico Antoine , ma di lui l’unica cosa che ricordo più chiaramente è la sua morte. Ricordo il giorno in cui, perché indietro con le lezioni Antoine era rimasto a scuola fino a tardi con la professoressa Beaulieu e quando uscirono da scuola lui si incamminò verso casa.
All’improvviso davanti a sé vide delle ombre, non esitò un secondo a scappare perché li aveva riconosciuti subito, erano gli amici di Tarek; erano ubriachi, l’avevano circondato e lo pestavano a sangue. Alcuni che abitavano in quella zona sentirono le urla e chiamarono i soccorsi, quando Antoine arrivò in ospedale era già morto. Nei mesi a seguire ero distrutto ed ero chiuso nel mio dolore, ma quella esperienza mi rese molto più forte e mi aiutò a superare le difficoltà che vennero poi in seguito. Ogni giorno che passava mi mancava sempre di più. La storia di Antoine mi spinse ad entrare in una di quelle associazioni umanitarie per prevenire gli atti di bullismo e di violenza giovanile; infatti dopo il liceo mi iscrissi alla facoltà di legge a Parigi. Mi laureai con il massimo dei voti . Sono felicissimo per tutte le persone che ho aiutato perché in ciascuno di loro vedevo il volto di Antoine. Mi sono sempre sentito ispirato da lui anche per la sua forza e per il suo coraggio che non aveva mai smesso di dimostrare.
È stato il mio primo vero amico e non mi ha mai abbandonato, scommetto che anche adesso è ancora qui con me. Non ho mai smesso di volergli bene. Sono grato anche a lui, anzi soprattutto a lui perché tutto quello che ho fatto nel corso della mia vita e della mia carriera l’ho fatto in sua memoria; la mia vita è stata la rivincita in onore del Mio Migliore Amico.
I miei occhi si riempirono di lacrime e nella mia mente ricordai i miei anni alla “Camille Claudel.”
Ripensai alla professoressa Beaulieu e quanto il suo esempio di coraggio e di tenacia mi fosse stato di aiuto nelle scelte che la vita mi aveva presentato, ed è al professor Théophile, anch’egli grande esempio per la mia crescita, che devo tutto. Mi è sempre stato vicino ed è anche grazie a lui che adesso sono quello che sono. Mi ricordo molto bene anche del mio vecchio amico Antoine , ma di lui l’unica cosa che ricordo più chiaramente è la sua morte. Ricordo il giorno in cui, perché indietro con le lezioni Antoine era rimasto a scuola fino a tardi con la professoressa Beaulieu e quando uscirono da scuola lui si incamminò verso casa.
All’improvviso davanti a sé vide delle ombre, non esitò un secondo a scappare perché li aveva riconosciuti subito, erano gli amici di Tarek; erano ubriachi, l’avevano circondato e lo pestavano a sangue. Alcuni che abitavano in quella zona sentirono le urla e chiamarono i soccorsi, quando Antoine arrivò in ospedale era già morto. Nei mesi a seguire ero distrutto ed ero chiuso nel mio dolore, ma quella esperienza mi rese molto più forte e mi aiutò a superare le difficoltà che vennero poi in seguito. Ogni giorno che passava mi mancava sempre di più. La storia di Antoine mi spinse ad entrare in una di quelle associazioni umanitarie per prevenire gli atti di bullismo e di violenza giovanile; infatti dopo il liceo mi iscrissi alla facoltà di legge a Parigi. Mi laureai con il massimo dei voti . Sono felicissimo per tutte le persone che ho aiutato perché in ciascuno di loro vedevo il volto di Antoine. Mi sono sempre sentito ispirato da lui anche per la sua forza e per il suo coraggio che non aveva mai smesso di dimostrare.
È stato il mio primo vero amico e non mi ha mai abbandonato, scommetto che anche adesso è ancora qui con me. Non ho mai smesso di volergli bene. Sono grato anche a lui, anzi soprattutto a lui perché tutto quello che ho fatto nel corso della mia vita e della mia carriera l’ho fatto in sua memoria; la mia vita è stata la rivincita in onore del Mio Migliore Amico.