Salviamo Said
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Settembre: coraggio e senso civico
Avrei voluto abbandonare la mia scuola per dimenticare tutti gli scagnozzi del branco di mio cugino Tarek il quale, a poco a poco, era riuscito a far perdere dignità alla mia famiglia e soprattutto a me. Certi episodi non si dimenticano facilmente e le violenze di quella marmaglia non avevano risparmiato nessuno, neanche la professoressa Beaulieu alla quale hanno squarciato tutte e quattro le gomme della sua automobile.
Un bell’esempio di rispetto e d’arte contemporanea!

     Non potevo lasciare la scuola e non desideravo essere incluso nell’elenco degli studenti in abbandono scolastico compilato e aggiornato puntualmente dai servizi sociali in collaborazione con gli istituti didattici. Se lo avessi fatto mia madre si sarebbe ammalata di depressione, in quanto non avrebbe retto all’idea che anch’io mi perdessi nella violenza di strada innalzando a vessillo il bullismo e le sue nefandezze.

    Bullismo: comportamento spavaldo, sfrontato e prepotente.
    La mia salvezza era riposta nell’aiuto incondizionato del professor Théophile il quale più volte mi aveva incoraggiato a rivolgermi a lui per qualsiasi problema.
    Qualche giorno fa l’ho incontrato e gli ho anche parlato. Ho letto nei suoi occhi azzurri la volontà di lottare e di educarci a superare l’atteggiamento omertoso nel quale tutta la classe, o meglio tutta la scuola, si è rifugiata.
    Omertà: atteggiamento di chi omette o si rifiuta di fornire indicazioni utili per l’individuazione dei colpevoli.
    -  Sono dalla tua parte Said. Ti aiuterò a vincere la paura.
    Dopo due settimane dall’inizio del nuovo anno scolastico abbiamo denunciato il furto di un telefono cellulare e un lettore mp3 facendo i nomi dei due ladri, Jean-Claude Eiffel e Michel Honorèe, entrambi della classe V sezione B. Il professor Théophile ha informato il Direttore didattico il quale, esprimendo il suo sincero apprezzamento per una classe di piccoli uomini coraggiosi, ha assicurato che metterà in atto gli opportuni provvedimenti disciplinari.
    Oggi sorrido, e lo faccio spesso quando passeggio con Mounir, perché mi sento più sicuro e sono orgoglioso di poter essere una buona guida per il mio fratellino, così come lo sono i miei genitori per me.

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